scambio a due e scambio a tre

Nelle onlus e nelle amministrazioni pubbliche l'utente, anche a fronte di una pessima qualita' del servizio, raramente protesta: o pensa che essendo gratis non bisognerebbe pretendere oppure non sa quanto spende (ne' le onlus hanno intenzione di dichiarare i loro conti, o le amministrazioni dichiarare i veri conti)















Negli internet point invece è il cliente a pagare, per cui controlla che la qualita' corrisponda alla spesa effettuata, evitando gli internet point troppo cari eccetera

unicef

email all'Unicef
Dal sito dell'unicef: la missione dell'UNICEF è di mobilitare in tutto il mondo risorse, consenso e impegno al fine di contribuire al soddisfacimento dei bisogni di base e delle opportunità di vita di ogni bambino, ragazzo e adolescente. Ho quindi provato a chiamare l'unicef per farmi dare l'indirizzo di un bambino africano per potergli mandare dei soldi, ma l'operatrice ha opposto un netto rifiuto, adducendo ogni volta una scusa diversa. La verità è che non voleva darmi l'indirizzo perchè i soldi devono passare prima da loro, così da potersi trattenere una percentuale: il loro obiettivo non è aiutare i bambini, ma guadagnarci sopra. Che poi effettivamente buona parte delle donazioni arrivi a destinazione non cambia l'inganno del dichiarare la solidarietà quando invece si mira al proprio personale guadagno.
Di seguito le scuse dei vari operatori onlus
Action Aid
Non posso darle l'indirizzo del bambino perchè deve prima avere il materiale informativo
-I soldi deve mandarli a noi perchè nei villaggi dei bambini non ci sono banche
-Mi dia l'indirizzo di un bambino africano di città
-I bambini di città non hanno bisogno, sono ricchi
Amref
Non possiamo darle l'indirizzo dei bambini perchè
-non funziona così
-chi glieli porta ai bambini?
Aiutare i bambini
Se tutte le persone fanno come lei, come si fa ad organizzare?
-Come fanno gli aiuti ad arrivare nei villaggi? Dobbiamo per forza farlo noi
-Lei mi da l'indirizzo e poi io ogni mese mando dei soldi sulla postepay del bambino
-Ma sono piccoli non possono avere la postepay
-Sulla postepay dei genitori
-Non ci sono banche per 100 Km
-Me ne dia uno di città
-Guardi le passo il responsabile
Solidaria onlus
-Buongiorno, vorrei adottare un bambino, se mi da l'indirizzo
-Le mandiamo una scheda con i dati del bambino
-Ma c'è l'indirizzo del bambino?
-Non, non c'è
-E come mai?
-Perchè c'è un progetto da seguire
-Si ma perchè non c'è l'indirizzo del bambino?
-Ma lei non sa come funziona, c'è tutta una prassi
-Non deve cambiare discorso, le ho fatto una domanda e risponda a quella
-Ma ha chiamato per dare fastidio?
-La risposta
-Ma le ho appena risposto
-Allora glielo dico io: non mi da l'indirizzo perchè i soldi devono passare da voi in modo da trattenervi la percentuale
-Guardi la telefonata si chiude qui, buongiorno
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Signor Barnaba,

Ho appena letto la sua mail.

Le spiego brevemente perché lei non può avere l'indirizzo di un bambino.
Prima di tutto i bambini devono essere tutelati e quindi per questo motivo le onlus non danno l'indirizzo.

Solitamente poi i soldi vengono utilizzati per dare la possibilità ai bambini di frequentare una scuola,di avere un'istruzione,di ricevere materiale scolastico,vestiti etc.,oppure i soldi vengno utilizzati per progetti specifici(es.vaccinazioni,costruzioni di scuole,creazioni di pozzi,servizi igienici..età).

I bambini in Africa(nelle zone in cui di solito lavorano le onlus che ha citato) vivono in villaggi molto piccoli e spesso molto distanti tra loro, dove non esistono strade,macchine, uffici postali, tanto meno carte postepay,dunque non le posseggono ne i bambini ne i loro genitori)
Non è possibile fare bonifici bancari e postali.

lei non può spedire dei soldi cosi. Prima di tutto perché non gli arriverebbero e secondo perché dare 50 euro in mano ad un bambino in Africa non servirebbero a molto,proprio perché questi soldi sono inseriti in un progetto più grande.

Forse non si rende pienamente conto della situazione di molti bambini in Africa,ma se crede realmente che i soldi donati non vengono stanziati come crede può sempre recarsi personalmente in Angola,Burkina Fasu etc..per rendersi conto di quello che le è stato detto.

Spero di esserle stata di aiuto e di averle chiarito la situazione.

Comitato Provinciale UNICEF Firenze
Via dei Serragli, 188R
50124 Firenze
Tel. 0552207144 Fax 055220618
www.unicef.it

Per ogni bambino
Salute, Scuola, Uguaglianza, Protezione
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Gentile rappresentante dell’Unicef, grazie per la sua email che però, al contrario del suo auspicio, non mi chiarisce la situazione.
Anzi rafforza quello che io avevo denunciato nella mia di email, e cioè che la Unicef non è una onlus ma una azienda come tutte le altre che ha il profitto personale ed il tornaconto come primo obiettivo.
Infatti lei non parla mai di solidarietà, ma di regole di mercato, di strutture che io non avrei e che quindi renderebbero indispensabile l’intermediazione di enti come l’Unicef, con il ricatto nella parte finale della sua email in cui mi dice di andare personalmente in Africa a verificare la situazione sapendo che io non potrei spendere i 3000 euro (o quello che è) necessari per il viaggio mentre l’Unicef, che ne ha i mezzi, si.
Adesso mettiamo da parte l’utilità (o indispensabilità) dell’Unicef nel fare arrivare i soldi al bambino o altre questioni organizzative, che è un punto della questione ma non il punto principale, che invece è: l’ Unicef è una onlus, il cui obiettivo è la solidarietà, oppure una normale azienda che agisce secondo le regole del profitto?
Perché quello che lei mi dice nella sua email non è quello che traspare dalla home page del vostro sito, o che dichiarate ai benefattori ed agli enti Statali che erogano i finanziamenti, con i quali parlate appunto di aiuti al prossimo, umanità, solidarietà, ricevendone in cambio aiuti come donazioni, lasciti testamentari, agevolazioni fiscali ecc. che non potreste ricevere come azienda non onlus.
Riassumendo, o siete un ente di tipo a oppure un ente di tipo b:
a- Siamo solidali e non vogliamo niente in cambio per aiutare un bambino
b- Siamo un’azienda normale e per aiutare un bambino vogliamo la nostra parte
Sono due cose diverse, voi potete essere sia l’una che l’altra ma non potete passare dall’una all’altra (almeno da a a b, perché da b ad a nessuno lo vieterebbe), e cioè dichiarare a benefattori e Stato la solidarietà quando si tratta di incassare e poi comportarvi da azienda normale, con stipendiati e quant’altro quando si tratta di spendere i soldi che ricevete.
Resto in attesa di una sua eventuale smentita alle mie perplessità
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Gentile signor Barnaba,
non capiamo le ragioni del suo accanimento su questioni che sono del tutto limpide e semplici.
L'UNICEF Italia (Comitato Italiano per l'UNICEF Onlus) è una onlus, una ONG (Organizzazione non governativa) e al tempo stesso un'ente privato assimilabile a un'azienda per quanto concerne professionalità, sistemi di controllo interno e esterno (accountability), obblighi amministrativi e quant'altro.
Tutte le organizzazioni professionalmente dedite alla cooperazione allo sviluppo e alla solidarietà internazionale hanno uno status giuridico analogo: ciò che ci caratterizza è che noi siamo anche accreditati dall'UNICEF Internazionale a parlare e agire a nome e per conto del Fondo delle Nazioni Unite per l'Infanzia.
Tutte le Organizzazioni di cui sopra svolgono funzioni di tramite tra il donatore e i beneficiari, che non sono singoli individui ma gruppi, comunità o intere popolazioni. Scegliere di non frammentare l'aiuto in forme individuali è un semplice criterio di efficienza e equità: perché mai lei dovrebbe aiutare un bambino X di un villaggio e non il bambino Y, che vive a un passo dal primo e nelle medesime difficoltà? Perché aiutare un bambino su mille o su un milione?
A cosa servirebbe, se non a creare una dipendenza economica e affettiva? Se è quello ciò che lei cerca, non prenda in considerazione l'UNICEF né alcuna altra organizzazione che ha come fine lo sviluppo e l'autonomia delle comunità locali e dei Paesi in via di sviluppo (e non una astratta beneficenza, come lei erroneamente scrive).
Quanto a ciò che lei definisce "trattenute", si tratta di spese per investimenti che sono inevitabili per chiunque voglia fare in maniera seria raccolta di fondi. Senza persone con preparazione professionale, attrezzature tecnologiche adeguate, stampa di materiali, invio di lettere ecc., oggi non è possibile riuscire a raccogliere i fondi necessari per realizzare programmi di assistenza allo sviluppo degni di questo nome. Ci mostri un solo esempio di "fai da te" in questo settore (ossia, un ente che produce risultati concreti su vasta scala e a costo zero) e saremo lieti di darle ragione.

Distinti saluti

Alberto Atzori
Direzione Comunicazione
Comitato Italiano per l'UNICEF Onlus
Via Palestro, 68 - 00185 Roma
Tel: +39 0647809211
Fax: +39 0647809272
www.unicef.it
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Gentile signore, probabilmente la mia risposta non fugherà i suoi dubbi, ma spero possa aiutarla a guardare con occhio più benevolo quanti operano in questo campo. Sono una religiosa e anche la mia Congregazione, ormai da molti anni, svolge questo compito in terra di missione. Sono tanti i bambini che beneficiano di questo servizio e i "genitori adottivi" a distanza sanno bene chi siano i bambini che con i loro risparmi vengono aiutati, c'è la possibilità di scambiarsi foto e lettere... ma sempre per mezzo delle suore che lì seguono la crescita e la formazione dei bambini. Anche questa Comunità come tale ha dei bambini "in adozione" perché parte dei risparmi vengono usati con questo fine. Non si conosce l'indirizzo dei bambini per un problema di custodia di minori ed è assolutamente negativo far arrivare loro del denaro perché la condizione di bisogno dei minori è quasi sempre conseguenza di una cattiva amministrazione del denaro da parte di chi ne ha la parta potestà. Non si da denaro alle famiglie, si paga direttamente chi fornisce loro alimentari, abbigliamento e istruzione. Spero che il mio scritto possa aiutarla ad inserirsi in questo mondo meraviglioso con più serenità e rispetto di chi vi opera.